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Il lato emotivo del dolore cronico: come la psicoterapia può aiutare

Il dolore cronico è una condizione debilitante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta di un disagio fisico persistente che può durare per mesi o persino anni, influenzando significativamente la qualità della vita di chi ne è affetto.

Il dolore cronico è una realtà complessa che va oltre la mera dimensione fisica, coinvolgendo aspetti emotivi, sociali e psicologici. Contrariamente a un’errata interpretazione, la terapia psicologica del dolore cronico non suggerisce che il dolore sia solamente una questione della mente o che sia “tutto nella testa”. Al contrario, riconosce che il dolore cronico è un’esperienza reale, spesso accompagnata da una componente psicologica intrinseca.

La prospettiva della terapia psicologica si basa sull’idea che il dolore cronico non possa essere adeguatamente affrontato limitandosi a trattamenti medici e farmacologici. Invece, cerca di comprendere la complessità di questa condizione integrando interventi psicologici per migliorare la gestione del dolore e la qualità della vita complessiva.

In questo contesto, la psicoterapia del dolore cronico non cerca di negare la natura reale e fisica del dolore, ma piuttosto riconosce che il dolore è un’esperienza multidimensionale. Esplorare la dimensione psicologica del dolore cronico non significa minimizzare la sua gravità, bensì riconoscere che il contesto emotivo può influenzare notevolmente come una persona percepisce e gestisce il dolore.

Comprendere il dolore cronico

Il dolore cronico è una complessa sfida medica e psicologica che richiede una comprensione approfondita per essere adeguatamente trattata. Innanzitutto, è importante notare che il dolore cronico può avere origini molto diverse, che vanno dalle malattie croniche, come l’artrite o il diabete, alle lesioni fisiche, alle condizioni muscolo-scheletriche come la fibromialgia. La sua persistenza, spesso protratta per mesi o anni, può essere debilitante non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico.

Per comprendere appieno il dolore cronico, è essenziale considerare la sua complessità multidimensionale. Questo tipo di dolore non è semplicemente una sensazione fisica spiacevole, ma può comportare una serie di elementi interconnessi.

  1. Componente fisica

Il dolore cronico è innanzitutto una manifestazione fisica che può variare notevolmente nella sua intensità e localizzazione. Può essere costante o intermittente e può influenzare le attività quotidiane, dal lavoro alle relazioni personali.

  • Componente emotiva

A differenza del dolore acuto, è una condizione che persiste nel tempo, portando con sé una serie di impatti emotivi significativi. Chiunque abbia sperimentato il dolore cronico sa che non si tratta semplicemente di una sensazione fisica fastidiosa, ma di un peso emotivo che può diventare travolgente. Una delle emozioni più comuni associate al dolore cronico è la frustrazione. Il costante disagio fisico, spesso associato a una mancanza di soluzioni immediate, può generare una crescente frustrazione. Quando i trattamenti medici non forniscono il sollievo desiderato, questa frustrazione può aumentare, creando un senso di impotenza. La rabbia è un’altra emozione che spesso accompagna il dolore cronico. La rabbia può essere diretta verso sé stessi per non essere in grado di gestire il dolore o verso il mondo esterno per non comprendere veramente la propria condizione. Questa rabbia può diventare un ulteriore carico emotivo da sopportare. L’ansia è un’altra componente importante dell’esperienza emotiva del dolore cronico. Le persone con dolore cronico spesso vivono nell’ansia di un potenziale aumento del dolore o si preoccupano costantemente del futuro. Questa ansia cronica può influenzare la qualità del sonno, rendendo la situazione ancora più difficile. La depressione è un disturbo mentale che può svilupparsi a causa del dolore cronico. La sensazione di essere intrappolati in un ciclo di dolore e la perdita di interesse per le attività che una volta erano piacevoli possono portare a sintomi depressivi. La depressione, a sua volta, può influire negativamente sulla percezione stessa del dolore, amplificando il senso di disperazione. Infine, il dolore cronico può influenzare profondamente la percezione di sé e del mondo. Le persone con questa condizione possono iniziare a vedere sé stesse come individui limitati e incapaci, mentre il mondo circostante può sembrare ostile e privo di compassione.

  • Componente sociale 

Il dolore cronico, oltre a influenzare l’aspetto emotivo, ha un profondo impatto sulla vita sociale e relazionale delle persone che ne soffrono. Il disagio costante e la gestione del dolore possono portare a un’ampia gamma di sfide sociali e comportamentali.Un aspetto significativo è l’isolamento sociale. A causa del dolore persistente e delle difficoltà a partecipare alle attività quotidiane, le persone con dolore cronico possono ritrovarsi gradualmente o repentinamente ritirate dalla loro vita sociale. L’isolamento sociale può derivare dalla paura di essere giudicati, dalla difficoltà nel comunicare il proprio stato di salute agli altri o dalla semplice incapacità fisica di partecipare alle attività sociali.L’isolamento sociale può a sua volta portare a sentimenti di solitudine, che possono accentuare ulteriormente la percezione negativa del dolore cronico. Le relazioni personali e sociali possono subire uno stress significativo quando uno o più membri della famiglia o del circolo sociale sono colpiti dal dolore cronico. La comunicazione può diventare difficile, e la persona affetta da dolore cronico può sentirsi in colpa o un peso per gli altri.La partecipazione a eventi sociali e attività può essere limitata a causa del dolore cronico, causando una disabilità sociale. Le persone potrebbero dover rinunciare a hobby, a eventi familiari o sociali o al lavoro. Questo può portare a un senso di perdita di identità e una diminuzione dell’autostima.La sensazione di estraneità rispetto agli altri è un altro aspetto importante. Le persone con dolore cronico possono sentirsi fuori posto in situazioni sociali o possono avere difficoltà a identificarsi con gli altri che non condividono la loro esperienza. Questa sensazione di estraneità può aumentare il senso di isolamento e la percezione di separazione dalla comunità

  • Componente temporale

La natura cronica del dolore, con la sua persistenza e durata prolungata, introduce una dimensione temporale unica nella vita delle persone affette da questa condizione. Questo aspetto temporale può avere un impatto profondo sulla loro percezione del futuro e sulla capacità di pianificare e perseguire obiettivi a lungo termine. Il dolore cronico può generare un senso di perdita di speranza per il futuro. Poiché le persone si sforzano costantemente di gestire il dolore e di trovare sollievo, possono sentirsi intrappolate in un ciclo di sofferenza senza fine. Questo senso di disperazione può influire negativamente sulla qualità della vita e sulla salute mentale. Il dilemma di come pianificare e perseguire obiettivi a lungo termine rappresenta una sfida significativa per chi vive con il dolore cronico. Mentre cercano di conciliare il bisogno di prendersi cura di sé stessi e gestire il dolore con l’aspirazione a una vita significativa e soddisfacente, possono sorgere conflitti interni. La paura di non essere in grado di raggiungere i propri obiettivi a causa del dolore può portare a sentimenti di impotenza e frustrazione. La gestione del tempo diventa una competenza essenziale per le persone con dolore cronico. Devono bilanciare le esigenze di cura personale, comprese le terapie mediche e le attività di gestione del dolore, con gli obiettivi personali, professionali e sociali. Questa gestione richiede pianificazione, flessibilità e l’abilità di stabilire priorità in base alle necessità del momento. La psicoterapia può svolgere un ruolo importante nel supportare le persone con dolore cronico nella gestione di questa “componente temporale”. Gli psicoterapeuti possono aiutare i pazienti a sviluppare strategie di pianificazione a breve e lungo termine che tengano conto delle sfide del dolore cronico. Inoltre, possono lavorare con i pazienti per identificare obiettivi realistici e promuovere la resilienza nell’affrontare il futuro, incoraggiando la speranza e il senso di controllo sulla propria vita, nonostante il dolore costante.

L’approccio psicologico al dolore cronico

L’esperienza del dolore cronico è intrinsecamente legata all’approccio bio-psico-sociale, il quale riconosce che definire il dolore unicamente dal punto di vista medico e fisico sarebbe riduttivo e limitante. Questo approccio consente di valutare non solo le conseguenze a livello del corpo, ma anche il ruolo cruciale della dimensione psicologica e del contesto sociale nell’esperienza del dolore.

In termini di percezione del dolore, è fondamentale distinguere tra il “dolore pulito” e il “dolore sporco.” Il primo rappresenta la componente fisica del dolore, ovvero la sensazione fisica del disagio, come il mal di schiena o il mal di testa. Il secondo, invece, comprende le reazioni psicologiche ed emotive che una persona sperimenta a causa del dolore. Questo “dolore sporco” può includere la comunicazione del dolore, l’evitare attività che potrebbero causare o peggiorare il dolore, l’abbandonare obiettivi o attività a causa delle limitazioni imposte dalla sofferenza. È proprio il “dolore sporco” che può limitare la qualità della vita e impedire alle persone di perseguire i propri valori e obiettivi, sottolineando l’importanza della dimensione psicologica nel contesto del dolore cronico.

Variabili psicologiche che peggiorano il dolore

Le variabili psicologiche svolgono un ruolo significativo nell’esperienza del dolore cronico. Spesso, il dolore cronico rende la persona non solo fisicamente inabile, ma anche emotivamente vulnerabile, portando a un cambiamento nel comportamento, nella vita quotidiana e nelle abitudini. Quando il dolore persiste nel tempo, si può instaurare un circolo vizioso di depressione, ansia e altri disturbi emotivi che contribuiscono al malessere e possono intensificare il dolore stesso.

Ad esempio, l’evitare determinati movimenti o situazioni che possono aumentare il dolore può sembrare inizialmente un comportamento protettivo, ma a lungo termine può portare a una condizione di immobilità che peggiora la condizione fisica e rende più complessa e dolorosa la riabilitazione.

La tendenza a catastrofizzare, ossia considerare il proprio dolore come una minaccia insormontabile, difficile da gestire e al di fuori del proprio controllo, può intensificare l’esperienza dolorosa. Questa prospettiva negativa può contribuire a un aumento del disagio, dell’agitazione e della rassegnazione.

Tra i fattori psicologici che sono stati ampiamente studiati in letteratura per il loro contributo nell’intensificare il dolore cronico e nel mantenerlo nel tempo, spiccano la depressione, l’ansia, la rabbia e i disturbi del sonno. Questi fattori possono creare un circolo negativo che richiede un intervento psicologico mirato per affrontare sia la componente fisica che quella psicologica del dolore cronico.

Conclusione

La terapia psicologica offre un ambiente sicuro in cui le persone con dolore cronico possono esplorare e comprendere le complesse emozioni e i pensieri che il dolore cronico suscita. Attraverso la terapia, gli individui possono sviluppare strategie di coping efficaci per affrontare la frustrazione, la rabbia, l’ansia e la depressione legate al dolore cronico. Inoltre, la terapia psicologica può aiutare le persone a migliorare la loro percezione di sé e a rafforzare la propria identità, promuovendo la resilienza mentale.

La componente sociale del dolore cronico può essere affrontata attraverso la terapia psicologica, contribuendo a ridurre l’isolamento sociale, a migliorare le relazioni e a fornire supporto emotivo essenziale. La gestione del tempo e la pianificazione a lungo termine possono essere ottimizzate grazie all’aiuto della terapia, che aiuta le persone a bilanciare le esigenze di cura personale con gli obiettivi personali e sociali. La terapia psicologica rappresenta un passo significativo verso il recupero del benessere fisico ed emotivo, consentendo alle persone di vivere una vita soddisfacente, basata sui propri valori e obiettivi.

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